Capacità relazionali

Le più importanti capacità relazionali secondo me, tra ascolto attivo e assertività.

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Tra le soft skills sono forse le meno gettonate o ricercate, ma a mio avviso le più importanti. Sto parlando delle capacità relazionali e, di conseguenza, anche dell’ascolto attivo e dell’assertività.

Le capacità relazionali svolgono un ruolo fondamentale in ogni lavoro: agente di commercio, infermiere, assistente sociale, barista, docente, maestra (o maestro), farmacista e ancora di più project manager o leader di uno staff… si tratta di abilità e competenze applicabili in ogni singolo momento relazionale della vita. Svilupparle potrebbe esserti utile anche in famiglia.


Solo chiacchiere?! Secondo una ricerca di Harvard il successo di un qualsiasi progetto è determinato per l’85% dalle soft skills. Hai letto bene: il sapere tecnico, senza il quale sarebbe impossibile arrivare al traguardo, impatta per il 15% nella buona riuscita di un piano.


Questo perché ci troviamo praticamente sempre a stretto contatto con altri soggetti e riuscire a comprendere le dinamiche del gruppo, le parole, le espressioni, le aspettative, è necessario per la riuscita. In ogni situazione ci troviamo come in un sistema solare, dove esistono ruoli e movimenti da non sottovalutare: la cosa migliore da fare è prendere atto senza giudicare della disposizione, di tutte le forze in gioco, senza pretendere di spostare un pianeta. Cosa accadrebbe se domani decidessimo di allontanare Marte? Questo avrebbe certamente delle ricadute sul nostro stesso mondo.


“Saper relazionarsi agli altri è un’arte che richiede tempo e preparazione”, scriveva Cicerone, ed è vero, perché si tratta di attendere, concentrarsi sull’altro, ascoltare le parole, comprenderne significato e suono, leggere il linguaggio del corpo, raccogliere informazioni e poi stabilire come reagire. Sembra complesso e in effetti lo è di più che agire naturalmente, ma anche questo metodo ti porterà ad essere ugualmente spontaneo, in futuro, ma più efficace.


Ascolto attivo

L’ascolto attivo è importantissimo, è la base stessa delle capacità relazionali. Implica un interesse al prossimo molto elevato, libera dai pregiudizi. Quello che ti sta parlando in riunione è tutt’altro che Marco Neri, responsabile del personale, ufficio al terzo piano, è una persona. Che merita tutto il tuo ascolto (attivo). Devi quasi fare finta di non sapere che gioca a calcetto, che è sposato e che è innervosito dalla mancata promozione, è basilare prestare concentrazione al momento attuale (al qui e ora), ciò che sta dicendo e a come lo sta facendo.


“Ascolta più di quanto parli” è un precetto di Richard Branson, fondatore della Virgin. Quindi: ascolto attivo significa prestare attenzione massima, senza alcun pregiudizio, mostrando interesse, rispettando le idee senza cedere alla tentazione di controbattere, ma casomai ponendo brevi domande e riformulando per verificare l’esatta comprensione.


Tutto questo è vicino all’empatia, perché così facendo stai cercando di valorizzare le parole e tutto ciò che sta dietro. In situazioni complicate, con un po’ di fortuna, questo semplice atteggiamento può addirittura scatenare “cigni neri” rivelatori, ovvero i più profondi perché che stanno alla base della discussione. In ogni confronto, infatti, è facile che un desiderio, una aspettativa o una difficoltà, siano ben nascoste e che siano “penetrabili” solo con un ascolto attivo e attento, ponendo le giuste domande e incoraggiando l’altra persona con la strategia del “mirroring” (ti ho già parlato dei neuroni specchio e su questa tecnica, magari, ci concentreremo in uno dei prossimi articoli).


Presta attenzione al linguaggio del corpo: i gesti, la posizione, la microespressione del volto dell’altro potranno aiutarti a comprendere un malcelato fastidio, nervosismo, oppure calma.  Raccogli informazioni, ascolta e osserva, coinvolgi i tuoi sensi nell’analisi e cerca di essere più scientifico ed oggettivo possibile. Questo modo di relazionarti agli altri influirà in maniera positiva sulle dinamiche del tuo team e il tuo intervento risulterà spesso risolutivo o comunque ti permetterà di gestire in maniera migliore le situazioni, anche nei momenti più problematici.



Assertività

Inizialmente ti ho detto che avrei parlato anche di assertività. Perché è importante ascoltare, ma lo è anche definire un comportamento quando si deve, invece, comunicare qualcosa.

Partiamo dal fatto che una persona assertiva è un individuo che "asserisce”, che afferma qualcosa con convinzione e fermezza.

Tutto qui? Nemmeno per sogno.


Una persona assertiva si esprime in modo efficace, accetta le critiche in maniera costruttiva e se rivolge una critica non produce sensazioni negative, ma stimola al cambiamento. Una persona assertiva sa leggere le proprie emozioni, ha una completa padronanza della propria intelligenza emotiva.


Il rapporto che abbiamo con gli altri oscilla costantemente tra passività e aggressività: sviluppare assertività vuol dire collocarsi nel centro, evitare che altri calpestino e prendano il sopravvento, mantenendo relazioni paritarie, gestendo i conflitti e permettendo un efficace raggiungimento degli obiettivi personali e di gruppo.


Semplice a scriverlo, ma meno a metterlo in pratica. L’assertività è una delle capacità relazionali che difficilmente sono innate, ma che prevedono uno sviluppo, uno studio, una riflessione. Per questo, se vuoi, possiamo insieme collaborare con un training specifico su questa competenza, contattami e cominceremo insieme questo percorso.

Anzi, ancora meglio, comincialo adesso, da alcuni consigli molto utili, per diventare assertivi sul lavoro.


Sii sincero, ma evita di sfogare la rabbia. Quando senti di stare per esplodere fai come me: torna al respiro.Tornare al respiro equivale a concentrarsi profondamente, anche per poco sulla propria respirazione e modularla, controllarla, evacuando la mente da ogni pensiero, come se l’unica cosa realmente rilevante fosse rimanere focalizzati sull’aria, che entra ed esce.


Usa tutta la tua empatia ed intelligenza emotiva per scoprire come ti sentiresti al posto dell’altro. Quindi, dopo un ascolto attivo, esprimi le tue opinioni tenendo conto che non esistono verità assolute.


Assumiti le tue responsabilità, accetta critiche e lodi.


Esprimi come ti senti e insisti con una richiesta “assertiva” se non ottieni risposta.



Se sei arrivato a leggere fino a qui, sei motivato e il cambiamento verso il “miglior essere” fa davvero per te. Coraggio, sarà bellissimo essere se stessi e raggiungere i propri obiettivi!









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