Lo facciamo tutti, ammettiamolo, siamo dei procrastinatori nati. Rimandiamo a domani un libro da finire, i compiti, un progetto che non ci piace, fino alle sfide che non vogliamo proprio affrontare.
Il fatto è che quando scegliamo di procrastinare non decidiamo di stare bene e per questo è necessario smettere di procrastinare il prima possibile.
Procrastinare, etimologia
Dare un nome alle cose è importante, per cui impariamo a conoscere anche la parola. “Procrastinare” deriva dal latino, è un termine composto da “pro”, ovvero “a favore” e da “crastinus”, che significa “di domani”. Teoricamente il significato della parola sarebbe neutro: cosa c’è di male a posticipare di un giorno un’azione? Eppure sappiamo che non funziona così.
Cosa vuol dire “procrastinare” per il nostro equilibrio
Pensa al tuo cervello come a un armadio, costituito da tantissimi cassetti. Quando sai di dover fare qualcosa è un po’ come se tu aprissi un cassetto. Rimandandola a domani lasci quel cassetto aperto e una voce nella tua testa comincia a ricordarti incessantemente il tuo “compito”.
Un po’ come nel funzionamento complessivo di un computer: apri una cartella, lasci aperto un file e costantemente la “macchina” si ricorda di tutto ciò che è aperto. Non può cessare di farlo fino a che non clicchi sulla “X”.
E come in un qualsiasi device anche di ultima generazione, non c’è spazio infinito per ricordarsi di tutto, con una conseguente fatica e sensazione di non aver compiuto ciò che avresti dovuto.
Come smettere di procrastinare
Eccoci arrivati al punto: procrastinare corrisponde ad affaticarci, alimentando uno stato di nervosismo senza ottenere alcun beneficio. Che è diverso dal programmare le proprie attività e scegliere di rimandarne una per ritagliarsi un momento di felicità. Per fare un esempio, se un papà o una mamma scelgono di procrastinare un compito di lavoro al giorno seguente per godersi la bellezza della famiglia, lo faranno con gioia e con il sorriso sulle labbra, senza sentirsi in colpa, avendo dato ragione alla propria priorità.
Vediamo quali sono solitamente le cause per cui oggi ti trovi nella schiera dei procrastinatori assidui.
1. Non riesci a gestire in maniera positiva il tuo tempo. Se lavori troppo, magari anche di notte e nei weekend, il tuo cervello tenderà a prendersi delle pause, che tu lo desideri o meno, rallentando le tue attività. Un rimedio è stabilire le priorità e giudicare tutte le azioni che dobbiamo fare passandole dal setaccio della Legge di Parkinson.
2. Ciò che fai non ti entusiasma. E può essere un problema, perché un lavoro che non riesce mai a darti un minimo di adrenalina può essere un bello scoglio da superare. In primo luogo puoi sempre cambiare la tua quotidianità. E in secondo luogo puoi partire dalle urgenze che richiedono poco tempo: chiuderle velocemente ti darà una motivazione superiore.
3. Ci sono fasi noiose in ogni lavoro. Il fatto è che sostituire questi elementi della catena con altri piacevoli e meno rilevanti alla lunga può costruire una montagna insormontabile da scalare.
4. Sei spaventato, atterrito dalle conseguenze di ciò che dovresti fare. Ad esempio sai che se non studi correttamente non farai una buona figura all’esame. Sai che se non ti applichi a sufficienza nella raccolta dati non riuscirai a rendere brillante la tua presentazione al titolare. Bene, se rimandi ciò che ti fa paura finirai per far avverare veramente lo scenario che ti impaurisce.
C’è una quinta possibilità, identificabile nella mancanza di autocontrollo. Ciò che sembra mancare è la capacità di gestire le proprie emozioni durante lo svolgimento di un particolare compito. In questi casi si può ottenere un risultato sempre più convincente, giorno per giorno, praticando esercizi di mindfulness, che ci riportino sempre nel “qui” e “ora”. È scientificamente provato che una pratica costante delle attività mindfulness provoca un miglioramento dell’autocontrollo, tale da riuscire a contenere gli impulsi emozionali e i comportamenti automatici.
Un consiglio che vale per tutti è molto semplice: comincia la giornata rifacendoti il letto.
Sembrerà una cosa di poco conto, ma è esattamente un piccolo cassetto che si apre e si chiude, già nel principio della giornata. E portare a termine i propri compiti è la cosa che più ci motiva in assoluto, regalandoci buon umore e maggiore forza di volontà.
Ricordati che ciò che rende reale un cambiamento di rotta è la progressiva sostituzione di pensieri rigidi con altri, alternativi, modulabili, flessibili, elastici, morbidi, efficaci.
E quando sei tentato di procrastinare, semplicemente ripeti un adagio famoso: “Mi fa male rimandare a domani ciò che è nel mio interesse fare oggi”