Fiducia in se stessi

Che tu ci creda o no, lontano da titoli roboanti, esiste un solo modo per avere fiducia in se stessi. Sei in dubbio? Fai bene.

Tempo di lettura

Avere fiducia in se stessi significa pensare di poter essere in grado di affrontare le situazioni. Si tratta di qualcosa di più di una sensazione, è la possibilità e la libertà di utilizzare la propria intelligenza sensoriale per fare fronte alle difficoltà o agli imprevisti.


Il senso di fiducia in se stessi è uno stato d’animo che ognuno di noi vive in maniera diversa, ma ha certamente delle qualità comuni:


percezione di forza energetica

impressione di sicurezza

coscienza di “empowerment”, di potere e di saper fare costruttivo


Attenzione, però, la fiducia non porta a una “super-valutazione” di sè, perché è un atteggiamento  calmo, stabile. Lo definisco “calma forte” e quando penso a questa emozione la raffiguro mentalmente come me stesso saldo al timone di una nave. Il mare può cambiare, può soffiare più o meno vento, possono variare le condizioni climatiche, anche senza preavviso, ma l’imbarcazione arriverà dove ho deciso.


Tuttavia, proprio come è necessario imparare a guidare un veicolo, anche la fiducia in se stessi si impara. Generalmente si acquisisce, almeno in parte, da bambini, quando l’alchimia tra genitori e figli genera un clima sicuro, che infonde sicurezza anche al bambino. Ma non esiste un momento specifico per apprendere questa competenza, si può acquisire anche nel tempo, costruendo piccole vittorie, inanellandole una ad una. 

La risoluzione di problemi di differente entità, la capacità di rispondere alle domande che la vita pone, ti farà avvertire una maggiore sicurezza.


Ecco il motivo per cui puoi tranquillamente evitare di leggere tutti quegli articoli che cominciano con  titoli tipo: “20 esercizi per aumentare la fiducia in te stesso”, “come avere fiducia in se stessi”, “strategie pratiche per ottenere fiducia e autostima”. La realtà dei fatti, nuda e cruda, è che solo tu conosci in prima persona le sfide che affronti ogni giorno e solamente tu puoi comprendere come trarre ispirazione, vantaggio e fiducia da ciò che già hai fatto. Da tutto quello che sei riuscito a superare, da tutto ciò che supererai in futuro.


Ecco in cosa la fiducia in se stessi è dissimile dall’autostima: questa parola, infatti, sta per valutare positivamente le proprie caratteristiche, non necessariamente saperle utilizzare per identificare e adottare la nostra personale soluzione a un problema. Per riuscirci è fondamentale avere fiducia in se stessi.


C’è un presupposto indispensabile per migliorarsi e per incrementare la fiducia in se stessi, ed è vivere nel dubbio, perché solo la domanda ti porterà ad esplorare orizzonti differenti, il dubbio apre la finestra a scenari nuovi, e non la certezza. Quella è il perimetro della tua zona di comfort, il luogo peggiore se vuoi sentirti davvero capace di fare.


Quindi, avere fiducia in se stessi non è essere bravi in una attività ed è lontanissimo dalla spavalderia. Un po’ come nella curva di apprendimento, se hai in mente il grafico a cui mi riferisco. Quando cominciamo a svolgere un compito, o ci approcciamo a un campo nuovo, che magari ci piace, l’inizio è esaltante, ci sembra di essere padroni della materia con le prime conoscenze acquisite. Andando avanti comprendiamo in fretta che tutto ciò che c’è o ci sarebbe da scoprire su quel dato topic è veramente un “mare magnum” e questo ci getta un po’ nello sconforto. Dal dubbio su noi stessi nasce il desiderio di saper rispondere, di sapere come muoversi e quindi andiamo avanti acquisendo competenze e risolvendo per primi i problemi a cui crediamo e sappiamo di poter dare risposta. Raggiungendo l’equilibrio: ci sarà sempre una montagna infinita di cose da imparare, ma conquisteremo l’approccio giusto per continuare la nostra scalata.


Il nodo è porsi interrogativi. Ed essere il meno compiacenti possibili con noi stessi.

Hai mai visto il film “Whiplash”? “Non esistono in qualsiasi lingua del Mondo due parole più pericolose di bel lavoro” dice a un certo punto J.K. Simmons nei panni di Fletcher.

Se Charlie Parker si fosse accontentato, se il batterista Jo Jones non gli avesse scagliato contro un piatto della batteria dicendogli che il suo assolo aveva fatto schifo, non ci sarebbe stato nessun Bird. Il musicista si sarebbe accontentato e la musica mondiale avrebbe perso un talento. Invece Charlie Parker giurò a se stesso che mai più avrebbe fatto una figura simile e stette ogni giorno, ora per ora, a fare pratica, a migliorarsi, per arrivare a sbocciare come leggenda.


Per cui non accontentiamoci. Sfidiamoci e poniamoci domande. Perché la cosa meravigliosa è che non siamo compartimenti stagni, io, ad esempio, “non sono un coach”. Io sono Nicola. E solo le mie risposte agli imprevisti della vita segneranno prima o poi un punto che mi definirà. Tutte quelle azioni e reazioni sono e a maggior ragione saranno “Nicola”.

E tu, chi sei?









Torna al Blog
Business Coaching PNL Crescita Personale

Contattami

Parlami di te o del tuo progetto, ti risponderò velocemente e inizieremo il percorso per raggiungere i tuoi obiettivi

Ho letto l'Informativa sulla Privacy ed autorizzo il trattamento dei dati personali    

La tua nuova opportunità è a solo pochi minuti da qui, inviami una mail e cominciamo subito