Pensiero divergente

Attiva il tuo pensiero divergente, valorizza la tua creatività!

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Ti svelo il finale: vince il pensiero divergente

La creatività associata alla capacità di sviluppare differenti e diversificate soluzioni produce un pensiero laterale, chiamato fin dal 1960, da J. P. Guildford, “pensiero divergente”.


Quindi no, non è stato il Colonnello Mustard in cantina con il candelabro. Però poteva essere una soluzione. Tuttavia non stiamo cercando di risolvere l’enigma di come sia deceduto Mr. Black di Cluedo, anche se la situazione è simile.

Diamo una data: Aprile 2020. Siamo chiusi in casa da ormai ben 40 giorni (circa, per chi legge dalla Lombardia è un altro il conto da fare). Tra le mura domestiche ci sono sicuramente una chiave inglese, un tubo di piombo, una corda, mentre più difficilmente ci saranno una rivoltella e un pugnale. Anche se i coltelli di cucina tagliano benissimo.


È difficile resistere, vero? Sembra di essere davvero dentro al gioco in scatola, o addirittura all’interno di una escape room che sembra non avere fine. Il tempo ha assunto un significato diverso, scorre lento e non è scandito dalla “solita routine”. Alcuni aspettano con ansia il nuovo pasto come diversivo, altri hanno “fame d’aria”, ci sono famiglie che si sono ritrovate e altre che stanno marciando direttamente verso la separazione.

Insomma, siamo tutti messi a dura prova.

E il pensiero convergente non ci aiuta.


Cos’è il pensiero convergente?

Pensa ai banchi di scuola, ritorna per un attimo a svolgere il problema di matematica delle elementari o delle medie. C’è una sola soluzione corretta, solamente una possibile con una specifica procedura per arrivarci.

Ecco cos’è il pensiero convergente, quello per cui gli individui convergono verso l’unica risposta verosimile. Lo stesso si ripropone anche come “pensiero riproduttivo”, ovvero in grado di riprodurre meccanicamente le azioni che in precedenza hanno funzionato come previsto.

La domanda è: in circostanze palesemente fuori dalla tua zona di comfort, come può funzionare bene il pensiero convergente?


Creatività e pensiero divergente?

Si definisce come l’abilità di produrre una serie di possibili soluzioni alternative e ingegnose alla medesima questione, si tratta di una attitudine spontanea per alcuni, di un esercizio di anticonformismo da scoprire per altri.


Una volta ho chiesto a una cliente quante e quali possibilità vedesse per riuscire ad affrontare una circostanza peculiare. Lei calcolò che potevano esserci la risposta “uno”, la “due” e poi, forse, la “tre”. Ce n’è un’altra, le risposi. “E quale?” mi guardò sbalordita. La soluzione “boh”. Devi poter sempre pensare che ci possa essere un itinerario imprevisto e ti potrebbe toccare di doverlo percorrere, per quanto insicuro.


In questo periodo di lockdown è stato riconosciuto un “Cigno Nero”, ovvero, come da definizione dello scrittore Nassim Nicholas Taleb, un evento imprevedibile, che ha effetti rilevanti e che pone molte persone nella condizione di incapacità di interpretazione. Vi è una grande risorsa in questa teoria: durante questo tipo di eventi si deve scegliere ed agire, rimanere fermi ad attendere significherebbe perdere. 

Puoi e possiamo adeguarci, analizzare i fatti e cominciare il cambiamento.


C’è un’altra frase che trovo particolarmente indicativa, ed è di Luis Sepulveda, scrittore a me caro: “Sull'orlo del baratro ho capito la cosa più importante” miagolò Zorba. “Ah sì? E cosa ha capito?” chiese l'umano. “Che vola solo chi osa farlo” miagolò Zorba.“

Certo non possiamo buttarsi ciecamente verso l’ignoto. Dobbiamo cogliere gli elementi del presente con razionalità, analizzarli e disegnare un possibile scenario futuro, un po’ come farebbe uno skipper a bordo della sua barca a vela: “Il pessimista si lamenta del vento, l’ottimista aspetta che cambi; il realista aggiusta le vele”. Questa era di Nicolas Chamfort.


Cos’è la sinettica?

Quindi, andando oltre alle frasi, che però puoi annotarti e regalare alla fine di un tuo prezioso intervento, giochiamo con la sinettica.

La parola “sinettica" trova la sua etimologia in “synectikos”, che significa “unione di elementi diversi e apparentemente irrilevanti” l’uno per l’altro, aggiungo io. È entrata di diritto nel vocabolario dei creativi dal 1961, anno in cui William Gordon pubblicò il libro “Synectis”.

Traduciamo la definizione in un gioco: la sinettica ci permette di esercitarci a trovare correlazioni là dove sembrano inesistenti. Ed è con questo piccolo gioco che ti lascio, per cominciare a coltivare la tua flessibilità. Leggi le domande qui sotto, pensa e rispondi. Ricordati: non c’è UNA soluzione.


Cosa posso fare con una graffetta e un cucchiaio?

Cosa potrei creare con un elastico e una bottiglia di vino?

Che rapporto potrebbe esistere tra il Lago di Garda e il fiume Tevere?

Quante ricette potrei creare con questi ingredienti: carote, sedano, fagioli cannellini, patate?


Non esiste una persona priva di creatività, esiste una persona che non si è data la possibilità di svilupparla!


Se ti va scrivimi le tue risposte per mail, sono molto curioso di apprendere cosa hai progettato e mi piacerebbe continuare questa strada verso il cambiamento con te.

Scrivimi appena hai le tue risposte personali!










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